05 ottobre 2009

gracias a la vida...


En el día de la fecha, en la ciudad de Bs As, Argentina, tenemos que informarle que la señora Mercedes Sosa, la más grande Artista de la Música Popular Latinoamericana, nos ha dejado. (Nella giornata di oggi, nella città di Buenos Aires, comunichiamo che la signora Mercedes Sosa, la più grande artista della musica popolare latinoamericana, ci ha lasciato)

http://www.mercedessosa.com.ar/
http://lamercedessosa.blogspot.com/

07 settembre 2009

autotomia

In caso di pericolo, l'oloturia si divide in due:
dà un sè in pasto al mondo,
e con l'altro fugge.

Si scinde d'un colpo in rovina e salvezza,
in ammenda e premio, in ciò che è stato e ciò che sarà.

Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso
con due sponde subito estranee.

Su una la morte, sull'altra la vita.
Qui la disperazione, là la fiducia.

Se esiste una bilancia, ha piatti immobili.
Se c'è una giustizia, eccola.

Morire quanto necessario, senza eccedere.
Ricrescere quanto occorre da ciò che si è salvato.

Già, anche noi sappiamo dividerci in due.
Ma solo in corpo e sussurro interrotto.
In corpo e poesia.

Da un lato la gola, il riso dall'altro,
un riso leggero, di già soffocato.

Qui il cuore pesante, là non omnis moriar,
tre piccole parole, soltanto, tre piume d'un volo.

L'abisso non ci divide.
L'abisso circonda.

Wislawa Szymborska


[L'autotomìa è la capacità di alcuni animali di perdere una parte del corpo o di automutilarsi. Viene usata come strategia di difesa lasciando una parte non vitale (un arto o la coda) al predatore. Mentre la parte abbandonata continua a contrarsi distraendo il predatore, la preda è libera di fuggire. La parte monca è destinata a ricrescere.]

04 settembre 2009

210206

Ho sempre pensato all’amore come ad un sentimento di cui l’essere umano si fa capiente vivendo. Si somma l’amore. Non si può mai sottrarre. Man mano che si va avanti nella vita si ama sempre di più. Sempre più persone, sempre più cose. Chi hai amato non smetti di amarlo più. Passa la passione, il vedersi, il relazionarsi. Passa il tempo, le stagioni della vita ma se hai amato qualcuno anche solo per un minuto lo amerai per sempre. Questo penso. Allora esiste un luogo del pensiero e della memoria, un luogo del sentimento che è assoluto: indipendente dagli eventi. Inaccessibile. Dove nessuno può entrare. Che nessuno può saccheggiare. Incredibilmente intimo. È un luogo dove è utile entrare di tanto in tanto per ritrovare il proprio sé, integro, la propria essenza in quel sentimento che ha costituito le fasi dell’esistere fin qui, fino al presente. Noi siamo l’amore provato. Anche per un suono, un odore, un profumo, una luce, un animale, un paesaggio, un luogo, un tempo. Noi siamo l’amore provato. È buona cosa coltivare questa intimità. Per riconoscersi anche nelle esperienze che più sembrano farci allontanare dai soliti clichè comportamentali, nel nuovo, cioè. Ritrovo me nel mio vissuto. Mi porto dietro il mio vissuto ogni momento. Sono il mio vissuto. Non sarei quella che sono altrimenti. Non voglio che solitudine a volte. Anche per valorizzare e comprendere e scegliere l’oggi. Sono arrivata alla conclusione che se vivessi una unica dimensione dell’esistenza ne morirei. Manca sempre qualcosa e la quotidianità, per impostazione, non può conciliare tutte le dimensioni del mio esistere. Manca sempre qualcosa. Ed ora mi sento così… mancare di… mancare di ME. Non mi vado a trovare da un po’. E poi c’è bisogno di coltivare le assenze… di crogiolarsi nella nostalgia… di desiderare l’impossibile… di provare quella malinconia che solo questi sentimenti sanno dare.

[mi ritrovo in me]

26 agosto 2009

soffio d'angelo

Baciami la bocca e soffia vento
e allontana via le nubi
che mi fan piovere dentro
portami su un prato dipinto di stelle
colorato dalla tua mente
sulle pareti del cosmo
e poi stringimi forte
fai leggera la morte
perchè l'amore è parte
eterna dell'universo

Sono ruzzolate le parole
che tenevo nella mente
per finire questa canzone.
Pigra s'alza l'anima e poi vola
e dolcemente si allontana
sulle note di questa nenia

da da da da da...

Apri la tua bocca e soffia vento
e spingimi più in alto
al di là fuori dal tempo.
Bobo Rondelli

22 agosto 2009

L’immagine di te

Come l’alba dentro i vicoli
Mi sorprende il tuo calore
Fingo ancora di dormire sai
Mentre scivoli da me

La tua assenza ha molte vittime
Io che non so più aspettare
Crollano chiese infallibili
Sulle spalle degli eroi

L’immagine di te
L’immagine
Che il desiderio
Non fa spegnere


L’amore che fa impazzire gli dei
Svanisce nei giorni che non avrò mai
Io dove sarò
Tu dove sarai

Notte che già scioglie i vincoli
Scopro al vento il mio dolore
Colmo il vuoto con i simboli
Mentre fuggi via da me

L’immagine di te
L’immagine
Che il desiderio
Non fa spegnere


L’amore che fa impazzire gli dei
Svanisce nei giorni che non avrò mai
Io dove sarò
Tu dove sarai
L’amore che mi separa da lei
Raccoglie la guerra che è parte di noi
Io dove sarò
Tu dove sarai

[radiodervish]

21 marzo 2009

...

A secondo che siamo nello stesso luogo o separati l'uno dall'altra, ti conosco due volte. Sei due persone.
Quando sei lontana, per me sei comunque presente. Questa presenza è multiforme: consiste di innumerevoli immagini, passaggi, significati, cose note, punti di riferimento, eppure l'insieme rimane marcato dalla tua assenza, in quanto è diffusa. E' come se la tua persona diventasse un luogo, i tuoi contorni orizzonti. Allora vivo in te come se vivessi in un paese. Sei ovunque. Tuttavia in quel paese non potrò mai incontrarti faccia a faccia.

Partir est un peu mourir. Ero molto giovane quando ho sentito per la prima volta questa frase ed essa esprimeva una verità a me già nota. Lo ricordo adesso perchè l'esperienza di vivere in te come se tu fossi un paese, il solo paese al mondo dove non potrò mai sperare di incontrarti faccia a faccia, è un po' come l'esperienza di vivere con la memoria dei morti. Quel che non sapevo quando ero molto giovane è che nulla può portarci via il passato: il passato cresce gradualmente attorno a noi, come una placenta per morire.

In quel paese che tu sei io conosco i tuoi gesti, le intonazioni della tua voce, la forma di ogni parte del tuo corpo. Lì non sei fisicamente meno reale, ma sei meno libera.
Ciò che cambia quando sei davanti ai miei occhi è che diventi imprevedibile. Quel che stai per fare mi è ignoto. Ti seguo. Tu agisci. E di ciò che fai, io mi innamoro ogni volta.

John Berger, E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto (2008)

28 febbraio 2009

primo sole!


Edward Hopper, Sun in an Empty Room, 1963

04 dicembre 2008

gli ultimi due giorni di emozione di sentire aperto con tutti i pori di com-patire insieme di mettere le mani nella materia fragile che costituisce l'intimità mi portano qui. qui nel bisogno di scrivere. posso tacere e taccio spesso. molto più spesso di quello che è davvero necessario. la scrittura non mi corrisponde specialmente quando finisce col non essere. quando finisce nel silenzio. quando taccio. ora qui sul divano con un mal di testa e un dolore nella zona cervicale che forse giovanna assolutamente non volendo mi ha provocato un dolore che mi stanca qui prima che la notte assorba ogni cosa ogni pensiero ogni tensione del corpo anche quelle positive buone fruttuose provo a lasciare traccia. un fermo immagine. niente di più. dico tutto e non dico niente. perchè così mi accade in queste pagine bianche sintetiche virtuali e luminose. pubbliche. la penna invece non la uso più. e mi manca. quanto mi manca! come toccare l'anima con lo strumento giusto. mentre qui la tastiera è una rappresentazione teatrale della realtà. una riproduzione non originale.

03 novembre 2008


"A volte mi sembra che ogni parola che vien detta, e ogni gesto che vien fatto, accrescano il grande equivoco. Allora vorrei sprofondarmi in un gran silenzio e vorrei anche imporre questo silenzio agli altri. Sì, a volte qualunque parola accresce i malintesi su questa terra troppo loquace".
Etty
[klimt, disegni]

02 novembre 2008

ehi tu! sì tu che leggi, ora, qui...


...sì tu, tu che leggi questo post, questo blog in questo momento,
mi rivolgo a te...
insomma come sei arrivato qui? puoi raccontarmelo?
quali giri, quali parole chiave, quali link
intrecciano le nostre vite, le nostre traiettorie internettiane?

sì perchè vedo che c'è gente qui,
anche se io sono latitante qualcuno ci passa da qui...
è un blogghino silenzioso...il mio silenzio contagia anche voi lettori
che passate senza proferir parola
senza lasciare commenti
senza tracce... se non fosse per quel numerino bianco su nero che scatta, tlac, ad ogni passaggio
e mi racconta che i passanti ci sono...

e sinceramente mi piacerebbe sapere di te, di voi...
come mai...
me lo racconti? me lo raccontate?

01 novembre 2008

Il paradiso dei calzini


Dove vanno a finire i calzini
quando perdono i loro vicini
dove vanno a finire beati
i perduti con quelli spaiati
quelli a righe mischiati con quelli a pois
dove vanno nessuno lo sa
Dove va chi rimane smarrito
in un’alba d’albergo scordato
chi è restato impigliato in un letto
chi ha trovato richiuso il cassetto
chi si butta alla cieca nel mucchio
della biancheria
dove va chi ha smarrito la via
Nel paradiso dei calzini
si ritrovano tutti vicini
nel paradiso dei calzini..
Chi non ha mai trovato il compagno
fabbricato soltanto nel sogno
chi si è lasciato cadere sul fondo
chi non ha mai trovato il ritorno
chi ha inseguito testardo un rattoppo
chi si è fatto trovare sul fatto
chi ha abusato di napisan o di cloritina
chi si è sfatto con la candeggina
Nel paradiso dei calzini..
nel paradiso dei calzini
non c’è pena se non sei con me
Dov’è andato a finire il tuo amore
quando si è perso lontano dal mio
dov’è andato a finire nessuno lo sa
ma di certo si trovera’ la’..
Nel paradiso dei calzini
si ritrovano uniti e vicini
nel paradiso dei calzini
non c’è pena se non sei con me
non c’è pena se non sei con me.

[Vinicio Capossela, Da Solo, 2008]
[foto 'rubata' a Danilo Conti, artista di Fano / www.daniloconti.it)

11 maggio 2008

mr...


How can I tell you that I love you, I love you
But I can’t think of right words to say
I long to tell you that I’m always thinking of you
I’m always thinking of you, but my words
Just blow away, words just blow away
It always ends up to one thing, honey
And I can’t think of right words to say.

Wherever I am girl, I’m always walking with you
Yes I’m always walking with you, but I look and you’re not there
Whoever I’m with, I’m always, always talking to you
Yes I’m always talking to you, but I’m sad that
You can’t hear, sad that you can’t hear
It always ends up to one thing, honey,
When I look and you’re not there.

I need to know you, need to feel my arms around you
Feel my arms around you, like a sea around a shore
And - each night and day I pray, in hope
That I might find you, yes, in hope that I might
Find you, because hearts can do no more, hearts can do no more
It always ends up to one thing honey, still I kneel upon the floor.

How can I tell you that I love you, I love you
But I can’t think of right words to say
I long to tell you that I’m always thinking of you
Yes, I’m always thinking of you, but my words
Just blow away, words just blow away
It always ends up to one thing honey
And I can’t think of right words to say …