31 ottobre 2006

alternanza gentile e impalpabile

è una mia ossessione la solitudine. mi sembra che tutto posso quando sono sola. soprattutto posso restare in silenzio a dilatare il tempo senza l'urgenza del fare. poi faccio, o non faccio, ma diventa poco importante. mi affido ad un ritmo che è quello intimo, quello dei pensieri che vagando vagando mi portano in ogni dove, mi fanno fare giri e piroette, mi fanno volare e viaggiare, mi fanno andare a trovare i miei affetti più personali e importanti, e, in una alternanza gentile e impalpabile, quelli più freschi recenti o superficiali, anche solo le conoscenze o le facce incontrate per la strada. so non prendermi sul serio, questo so. ed ha un valore inestimabile per me. come... non so come. accetto senza tensione una giornata inconsistente e densissima. abitata. gonfia di silenzio e musica. ora è la musica scritta da antonio castrignanò per nuovomondo. sa aprire scenari. creare atmosfere. luci. colori. spazialità. vago...

passo lento e ponderato



sempre alternato a voli!

30 ottobre 2006

pensieri oscillanti

il vento oscilla la porticina dei gatti.
su e giù
cigola.
viene da nord
a breve usciremo dalla calura di questo scirocco
che fa strano e tiepido questo fineottobre.

rari i momenti solitari
e, perciò, preziosi.
devo andare a comprare l'acqua.
finire i miei impaginati
e chiudere più in fretta possibile questo lavoro,
che nessuno mi retribuirà.

devono esserci dei grandi nuvoloni grigi e veloci là fuori
a giudicare dalla luce che entra dal finestrone
sole forte e buio improvviso
anche questo si alterna
come i miei pensieri oscillanti e la mia concentrazione e la porticina dei gatti.

il gatto a righe vive qui da più di sei mesi
e l'ho toccato due volte
sfiorato altre tre.
è rimasto selvatico.
curioso azzarda e si avvicina
conosce bene le abitudini della casa
e i toni di voce
e chi ci vive
e come funziona il tutto.

in effetti forse non dovrei definirlo selvatico.
semplicemente non si fa prendere.
il suo corpo intoccabile non è assenza.

un po' mi somiglia.

vado a comprare l'acqua.
quella che sgorga dai rubinetti è troppo calcarea qui.

19 ottobre 2006

di questo blog...

... e della capacità di comporre in libertà, di questo è fatto il mio pensiero adesso. interrogativo che ritorna quotdiano, ogni volta che tornando a casa accendo la mia postazione di lavoro e controllo la posta e faccio una passatina nei blog che mi piacciono e poi arrivo qui, in questo mio blog... che sento davvero poco fluido. in fondo poi lo so che è esattamente la fluidità che cercavo quel giorno in cui ho deciso di iniziare questa avventura, il giorno che sono entrata in blogger e l'ho tirato su... anonimo e nero... la fluidità espressiva la libertà di parola la possibilità di affidare alla rete i pensieri... solo questo. perchè non ho nessuna ambizione di esser letta, mi dicevo. invece non è vero. ciò che non mi motiva nel ricercare libertà come una vera sfida è proprio il fatto che da qui non ci passa nessuno. e se anche così non fosse... cioè se ci fosse qualche passante, in ogni caso, non lascia alcuna orma... non me ne accorgo, non lo so.

"Comprendo appena la ragione stessa
del mio canto
e cerco un confessore ideale, sì
un'alleanza, un controcanto
inseguo qualcosa che migliori
profondamente
la Storia è inabitabile
è labile
e il suo tempo non vale niente..."

18 ottobre 2006

quando poi...

quando poi ad un certo punto...
cominci a sentire la bocca dello stomaco stretta in una morsa
e
le cose di ogni giorno sono strette strette come, non so come,
e
ti viene voglia di mandare tutto all'aria
non presentarti a lavoro
e
non preoccuparti di quello che succede o non succede se non ci sei.
ti viene da fermare tutto e tutti e dire
beh, mo' basta. voglio stere da sola per un po'.
anche a lui, sì anche a lui.
forse soprattutto a lui.
stop.
non finirla ma sospendere tutto.
si può sospendere il passo per favore? sono solo un po' stanchina.
cazzo!
e dubito di tutto e di tutti.
dubito della qualità.
e poi oltre alla stretta allo stomaco, si è aggiunto il mal di testa.
che due palle...

mi è bastato dimenticare il cellulare a casa un giorno... niente telefonate, niente per nessuno.
si può vivere così! va anche meglio.

09 ottobre 2006

l'anima (ciclicamente) fragile

che quando hai l'anima fragile
ciclicamente m'accade
ogni cosa
ogni cosa m'urta
ogni cosa m'accende
e m'addolora.
d'un dolore leggero
di superficie
si direbbe per la fugacità
ma invece mentre c'è sembra senza fine
e va giù
giù giù e dentro
nel buio dove non si vede e non si comprende...
che quando hai l'anima fragile
anche la minima inflessione di voce
può scaraventarti...