24 novembre 2006

welcome to the cruel world


it's a cruel world
try to enjoy your stay

yes it is a cruel world
when you're tryin' to get by
it's a cruel world
when you've seen the look in their eye
makes life hard living
but i'm so scared to die

welcome to the cruel world
welcome

[ben harper nel 1994]

22 novembre 2006

tra stato di necessità e trascendenza.



il chiodo è ai sedentari, dove lo pianti resta inchiodato, ultima minimale derivazione edile.
il nodo si snoda riannoda all'occorrenza, dice l'arrivo del nomade, ne certifica partenza.
nodo e chiodo dell'uomo è la poesia. poesia è subire la forza dell'essere combattendo.
è un'arma la parola, un'arma il tono, il ritmo. forma e sostanza preziosa.
deve essere forte anche quando leggera si fa sinuosa.
un rapimento, un'estasi che brucia e fa silenzio intorno.
far fiorire il deserto, fuori, dove acqua evapora.

farlo fiorire dentro dove l'eccesso satura.
non tanto liberare la fantasia quanto lo sforzo di penetrare realtà, rivelandola, è poesia.
tra l'immaginario e il reale c'è il senso del limite, la finezza d'esser uomini e donne.
l'immaginario comporta espansione illusoria, un appiattimento sulla dimensione orizzontale, ben più affascinante il reale si svela se s'accetta il limite.
tensione tra stato di necessità e trascendenza.

giovanni lindo ferretti "reduce" mondadori. 2006

18 novembre 2006

ritorneremo a respirare


Daremo aria a queste stanze
molto prima che sia Natale
prima che quest'ossido di carbonio
cominci a farci male.

Staremo accanto alla finestra
dritti nell'aria della sera
ritorneremo a respirare
ritroveremo la maniera.

Amore mio.

Non abbiamo scelto un abito scuro
anche se non ci starebbe malissimo
praticando una teoria meccanica
basata sull'aria.

Ma ognuno ha una coscienza segreta
con cui fa il pranzo di Natale
sarà questione di ventilazione
o di sapere che cos'è normale.

Daremo fuoco a queste stanze
molto prima che sia Natale
prima che l'ossigeno che ci danno
cominci a farci male.

Amore mio.

[Ivano Fossati
frammenti da Ventilazione (1984)]

Le bon coup.

"Il colpo giusto, quello che si assesta, o che si conquista quando il suo tempo è arrivato. E' il momento. Cosa da leggersi non nella sfumatura aggressiva, quanto sotto la luce di un trionfo, di una vittoria, di un conseguimento che si aspettava da tempo. Sul piano comunicativo, se è vero che sono molte le persone alle quali è consigliabile una maggior confidenza con il silenzio (anche interiore), per voi ora ci può essere un uso della parola meno controllato. Nessuno è più prigioniero della fondamentale questione della stima di sè. Aprite la bocca e dite. Aprite la bocca e nutritevi come più vi piace. Il colpo giusto non è solo prassi, ma anche risveglio".
Marco Pesatori per il mio segno, oggi

17 novembre 2006

sto.


avevo trovato, vagando in rete, una bella foto di piedi scuri avvolti nel merletto di una gonna bianca... ma mi ritrovo a scrivere attorno ad una testa. la mia? infine non faccio che ruotare nella mia testa. pensieri a turbianare. muscoli del collo tesi. guance rosse come febbre. senza febbre. valanghe di cose da fare e dimenticanze imperdonabili. così sto. di notte sto. di fronte al monitor, ancora, sto. chiudo.

14 novembre 2006

non c'è niente di meglio...

...di un paio d'ore di yoga con un bravo maestro.
stasera non potevo fare un respiro profondo senza che mi partisse uno sbadiglio automatico!
che meraviglia!

13 novembre 2006

per non dimenticare e per conoscere

(ANSA) - CASERTA, 4 NOV - Due internati dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa (Caserta) si sono suicidati nell'ultimo mese. Lo sottolineano le associazioni Antigone Napoli e Città Invisibile. Nell'Opg di Aversa vi sono 308 internati, il 30% dei circa mille internati in tutta Italia.
"Ieri è deceduto - ricordano Samuele Ciambriello, presidente dell'Associazione Città Invisibile, e Dario Stefano Dell'Aquila, componente dell'Osservatorio nazionale sulla detenzione dell'Associazione Antigone - M.M., trentasette anni, sardo, impiccatosi. Il tre ottobre scorso, ma lo si è appreso solo in queste ore, un internato originario di Brindisi, D.G., di quarantuno anni si è tolto la vita in maniera analoga".
"Gli internati in OPG - proseguono Ciambriello e Dell'Aquila - sono persone che hanno commesso un reato ma che non sono pienamente in grado di intendere. Per questo vengono condannate ad una misura di sicurezza, la detenzione in Opg appunto, che viene annualmente prorogata. Accade così, nella pratica, che persone che entrano in carcere per reati di poco conto, scontano decine di anni, se non la loro intera esistenza in un ospedale psichiatrico giudiziario".
"E' bene anche ricordare - concludono Ciambriello e Dell'Aquila - che la presenza in OPG per molti internati non è dovuta ad elementi di pericolosità sociale ma dall'assenza di strutture residenziali che li possano accogliere, perché in molti casi le ASL non intendono farsi carico di questi costi. E quindi il magistrato proroga la durata della misura di sicurezza".
A loro giudizio "queste due morti disperate, avvenute nella totale indifferenza, meriterebbero,da parte di tutti maggiore attenzione. Forse una maggiore conoscenza di questi mondi, dei luoghi della marginalità e un maggior confronto con il mondo sociale aiuterebbero la politica a superare la 'psicosi' da indulto ed a impedire le tragedie di vite dimenticate. In ogni caso - concludono - riteniamo indispensabile una radicale e rapida riforma che porti alla completa chiusura e al pieno superamento di queste strutture".

titoli

sono sempre stata allergica ai titoli. di studio, nobiliari, di casta, di categoria. allergica allergica allergica. chè anzi, se uno c'ha il titolo faccio doppia fatica a scoprire chi è. mi depista. allora negli ultimi giorni ho trovato un manifesto che diceva che nell'accademia di belle arti da cui esco, sta per partire un master esattamente per "titolare" quello che ho sempre fatto da dieci anni a questa parte, più o meno. così mi dico, si dai, dura solo un anno e così mi specializzo. bah! intanto tornare all'idea mi ha parecchio sbilanciato. l'idea di tornare tra i banchi... mi agitava. e poi, conciliare le 1300 ore con la mia già ben piena vita... vabbè. nonostante le forzature ci sono. ci sono, sì, bando alle ciance, che ci vuole! studio disciplina umiltà? si può fare. posso starci. ce la faccio. poi oggi vado lì. domani scade tutto, bisogna consegnare la domanda di partecipazione. vado lì. e già mi sento uno schifo. gli studenti son trattati da studenti. aspetta, che tanto il tuo tempo non costa niente, il concetto denominatore ad ogni gesto. poi c'è sempre il fesso che fa finta di niente ed entra prima di te x le cazzate, fotocopie a scrocco, ed infine a saperlo, è tanto che aspetti e non è qui che puoi avere le tue risposte... cazzo! ricominciamo. altro ufficio. la tizia però mi fa entrare subito, solo che non ne sa un cavolo di niente. vai dal tale prof. ok. corridoi, svolta a dx e poi a sx... cammina. orde di giovinastri quanto meno stravaganti vanno su e giù e ridono e si squariano... tanto c'è tempo... chi ti segue quando studi... bisogna aspettare la sessione giusta, il correre dei mesi e delle stagioni... non puoi certo fare prima di così. io sei mesi studiavo e sei mesi lavoravo. ero troppo veloce e mi avanzava tempo. e poi ho viaggiato e visto e scoperto. la curiosità sul mondo mi ha sempre fottuta. vabbè. digressione. il tale prof sta al telefono, incazzato. parla parla e non la smette più. poi la smette e preferisce la sua allieva a me, benchè stessi aspettando da più di lei. ok. fa niente. finalmente. chiedo. mi dice che non posso partecipare al master perchè non ho fatto i due anni di specializzazione dopo la laurea, benchè del vecchio ordinamento che significa che neanche c'era la specializzazione, che già ti costruivi il corso di studi in maniera da essere più pecializzato in qc piuttosto che in qc altro. aaaaAAAhhh! ma che diamine! lo sapevo che non dovevo neanche pensare di andare a ficcarmi in questo astruso pensiero. tornare sui banchi... bah! che cazzata. solo che adesso, in questo preciso momento mi sento uno schifo. mi sento squalificata dal giochetto che si stanno organizzando lì fuori, mi sento non all'altezza (come titoli), scartata. ok. lo so che non è così. lo so che basta essere una generazione precedente e la formazione per merito che contava prima ora non conta più. che è solo un problema generazionale. che lo risolvo continuando a costruire valore aggiungendo esperienze al mio percorso e cercando di non avvicinarmi mai ai mondi accademici... quali che siano... ma, ora che mi è venuta questa sciocca idea mi son presa una bella botta nei denti. chi me lo doveva dire... uff.

08 novembre 2006

...

La comunicazione è l'opposto della conoscenza. E' nemica delle idee perchè le è essenziale dissolvere tutti i contenuti. L'alternativa è un modo di fare basato su memoria e immaginazione, su un disinteresse interessato che non fugge il mondo MA LO MUOVE.

Mario Perniola, Contro la comunicazione, Einaudi - Vele 2004

droghino

...sarò entrata ed uscita dal blog forse 100 volte.
ho messo le mani sul template ed è un gran divertimento modificare misure font colori proporzioni dimensioni... io, proprio io, non potevo sopravvivere in una pagina prefabbricata... ho trovato il modo... anche se ancora qualcosina non mi piace. vorrei capire come far comparire un avatar insieme al profilo, vorrei capire come modificare i titoli degli elenchi (quelli prefabbricati appunto) e personalizzare ogni singolissimo passaggio. qualcuno può aiutarmi?

boh.
intanto tornata dal lavoro stremata, mi son messa qui e mi son volate più di due ore.
volate.

è un droghino questa storia!

Discanto

Di acqua e di respiro
di passi sparsi
di bocconi di vento
di lentezza
di incerto movimento
di precise parole si vive
di grande teatro
di oscure canzoni
di pronte guittezze si va avanti
di come fare
di come dire
di come fare a capire
di alti
di bassi
battiti del cuore
fasi della luna
e ritmi della terra
di intelligenza
di intermittenza
si vive di danze
di ballo sociale
di una promessa
di un faccia differente
di mediocri incontri
di bellezze
di profumi ardenti
di accidenti
rotolando si gira, si balla
si vive, si fa festa
quella, questa
si picchia forte col piede
nella danza
e si sbaglia il passo
si vive di fortune raccontate
e di viaggiare
e si cammina stanchi

è di lavoro
è opposizione
è corruzione
si vive di lenta costruzione
e di tempo che ci inchioda
e di diavoli al culo
di fianchi smorti
di fuochi desiderati
si vive di pane
di speranza di bere
un vino buono per l'estate
rotolando si vive
di discorsi leggeri
cori
di maschere notturne
canto e discanto
e giù divieti
e oli sulla pelle
e sorrisi di fantasmi
e fantasmi fotografati
e giù campane annuncianti
si vive di sguardi fermi
di risposte folgoranti
di lettere partite
che aspettiamo in cima al mistero
di essere così soli.

Di questo si vive
e di tant'altro ancora
che inseguiamo come i cani
respirando dal naso
per finire invece
ancora sorridenti, ancora abbaianti
di un dolore a caso.

Ivano Fossati (1990)

l'ottavo giorno...


...infatti...
E' TORNATO!!!
morto di fame ma senza un gaffio!
il gatto nero dico.

06 novembre 2006

da cinque giorni...

...niente fine!
che brutta parola.
è che sta in calore, chissà come se la spassa invece!
è stato avvistato, sabato, dal mio amico-vicino-veterinario...
passeggiava qui intorno a casa.
il gatto nero dico.

05 novembre 2006

da quattro giorni...

chissà che fine ha fatto...
prima o poi avrà fame e tornerà!
il gatto nero dico.

02 novembre 2006

holy smoke



piccolo viaggio.
piccolo promemoria per non dimenticare che l'uomo lotta e si agita e cerca si perde e si ritrova sempre e solo per esser certo di poter amare e poter essere amato.
è tutto qui.
sin troppo semplice.
e mostruosamente banale, quando lo si scopre o quando si incontra qualcuno che te lo dimostra.
siamo animali strani. capaci di distruggere tutto e costruire tutto in nome dell'amore.
potenza universale e assoluta.
piccolo prezioso promemoria.