16 agosto 2007

14 agosto 2007

13 agosto 2007

Fabrizio De André inedito.



...bello soprattutto osservare il tratto della sua calligrafia.
il modo di utilizzarla di lavorare sulle idee di leggere di appuntare nei libri a margine del testo o dietro di pensare di ragionare scrivendo.
*
non sono cose senza importanza. sanno dire tanto di una persona.
qui di de andrè. il mio padre musicale, così mi è sempre piaciuto definirlo.
senza mai deludermi perchè mai, credo, l'ho idealizzato.
ora mi è familiare, nel metodo, anche quell'approccio ai libri e alle letture in genere.
ho vissuto come un consiglio di lettura da parte di de andrè il riferimento allo scrittore àlvaro mutis presente nel disco anime salve, nel brano 'smisurata preghiera'.
in una libreria a cagliari ho allora comprato il mio primo libro di mutis, che era l'ultimo uscito per i tipi di einaudi in quel momento. mi è piaciuto così tanto che, come sempre mi accade quando incontro una scrittura che mi cattura, pian piano ho cercato e letto tutti i libri tradotti in italiano di questo grandioso autore colombiano.
ora che ci penso, quest'anno è entrato nella mia vita un altro, lui piccolo, stimabilissimo àlvaro: ha 5 anni e viene dalla colombia.
**
quella calligrafia veloce e maiuscola... veloce e chiara come i pensieri... le idee da afferrare...
una volta è stato nella mia città per un concerto. il tour era quello di nuvole oppure di creuza de ma, ora proprio non ricordo.
io e la mia piccola cricca, il mio amore mio papà mia sorella piccola e qualche altro conoscente,
l'abbiamo atteso alla porta, dietro al teatro. così... senza grosse aspettative...
è uscito dopo forse un'ora. grande sorriso sulle labbra, immancabile sigaretta, lento si è lasciato circondare
senza alcuna ansia o fretta, si è lasciato abbracciare e avvicinare con assoluta semplicità.
abbiamo riso e scherzato insieme forse per mezzora tanto che è stato spontaneo anche scattare delle foto di gruppo
senza avere l'impressione di interpretare la solita cretina parte dei fan in cerca di souvenir...
senza fantismo. semplicemente. ci siamo trovati e la vicinanza la familiarità che un musicista genera e instaura con il suo operato intenso e profondo nell'ascoltatore, che lui mai conosce personalmente, non sono state sdegnate nè snobbate come invece praticamente sempre accade.
questo ho sentito al contrario di tutte le altre volte che ho provato ad avvicinare una persona che ha una sua sfera pubblica. nessuno, tra quelli avvicinati (escluso f.d.a. ovviamente), ci aveva un buon rapporto con questa diavolo di sfera... tutti tesi nervosi snob maleducati rigidi arroganti superiori disumani, o forse troppo umani...
tutte le volte mi son detta, sarebbe stato meglio lasciar perdere. non cercare l'uomo dietro la sua creazione che amo tanto...
è deludente. rovina anche le future fruizioni...

fabrizio de andrè ha lasciato dentro di me un ricordo e un pensiero 'rotondo'
pienamente positivo.
intensamente familiare.
eppure non eravamo amici.
o forse sì!

come ha detto nicola piovani nell'intervista audio a repubblica.it
fabrizio manifestava il suo pensiero 'essendo' quello che pensava.
agendo quello che pensava.
senza bisogno di parlarne.
ecco così.

* [la musica non è simbolica. la musica rappresenta se stessa.
è un fenomeno protomentale, anticipa la ragione. evoca, ma non simbolicamente.]
** [nell'estasi, il coorpo si muove talmente in fretta che resta immobile.
questo nell'estasi mistica come nell'estasi della contemplazione di un'opera d'arte.]
in riferimento all'articolo apparso su Repubblica di domenica 12 agosto 2007
e ai video apparsi su tv.repubblica.it dello stesso giorno. da cui le immagini 'calligrafiche' sono tratte.
una bella galleria di fotografie è visibile su:
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/de-andre/de-andre.html
o cliccando su questa icona:

10 agosto 2007